RAGAZZI E CELLULARE: TRA USO E ABUSO….Che fare?

RAGAZZI E CELLULARE: TRA USO E ABUSO….Che fare?

Tra le nuove tecnologie il cellulare rappresenta quella che ha comportato più cambiamenti a livello comportamentale, di abitudini e di costume sociale. Da circa dieci anni questo da essere strumento, è passato ad essere oggetto non solo con lo scopo di comunicare in ogni luogo e tempo ma anche dotato di applicazioni. Si deve all’introduzione del software “smart-phone” la vera svolta che lo porta da strumento, ad oggetto ad accessorio decretandolo mini-pc in assenza di tastiera ma di touch. Basta sfiorare con le dita lo schermo appunto che ci si immette in un mondo fatto di informazione, conoscenza , comunicazione immediata (chat, forum..) musica ecc. I nativi digitali sono ormai vecchi…adesso assistiamo alla seconda generazione, quella Touch-screen.

Un passo indietro…ma con chi abbiamo a che fare?

Chi è l’adolescente…e come mai è così attratto da questo strumento?

L’adolescenza è un periodo della vita complesso, in cui si hanno innumerevoli cambiamenti sul piano mentale (pensiero astratto), affettivi (processo di separazione -individualizzazione dai propri genitori), fisici e sociali (investimento verso il gruppo di coetanei). Spesso i giovani fanno fatica a trovare un equilibrio perché tutto il loro mondo è in costruzione, come la loro identità…a metà tra il bambino che sono stati e l’adulto che sarà. Non di meno i genitori sono chiamati ad un ulteriore sforzo emotivo e aggiungo io, di nervi per cercare di provare a leggere i bisogni del figlio senza lasciarsi sconfortare dalle quantità industriali di Egocentrismo e spesso aggressività.

Ma ritorniamo a parlare dello strumento cellulare che per i ragazzi rappresenta un oggetto ambito, che definisce e struttura il proprio spazio vitale, una “bolla d’intimita” dove ci sono solo io …con il mio mondo fatto di relazioni, comunicazione, foto, immagini, musica. Non solo per i ragazzi, ma anche per gli adulti il cellulare è divenuto un oggetto emotivamente rilevante, un catalizzatore affettivo come se fosse una estensione della nostra personalità o un prolungamento vitale. In pratica un oggetto umanizzato. Ma quali sono le caratteristiche che lo rendono affascinante agli occhi dei giovani e non solo?

  • AUTOMONIA
  • IDENTITA’ E PRESTIGIO
  • APPLICAZIONI TECNOLOGICHE
  • ATTIVITA’ DI SVAGO
  • PROMOZIONE E CONSOLIDAMENTO DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI
  • ACCESSIBILITA’
  • ALTA VELOCITA’ -STIMOLAZIONE SENSORIALE

UN Po’ DI NUMERI

I dati statistici ci dicono che il 97% dei giovani tra i 12-16 anni ha un cellulare, che quelli nella fascia 17-18 arrivano al massimo 100%. Quello attuale è in genere il 3-4 cellulare. Essendo un oggetto soggetto ad obsolescenza, viene spesso soppiantato da un altro cellulare più innovativo, non smettendo però di funzionare. Il primo cellulare si regala in media a 11 anni, a volte senza che i bimbi lo chiedano .….pare essere più un bisogno genitoriale di controllo e sicurezza. Da piccoli in genere prima dei 7 anni non si dà molto peso al cellulare, si imitano i grandi che lo usano. Dai 7-10 il bambino inizia a muovere curiosità verso lo strumento e dagli 11 ai 13, in corrispondenza con l’ingresso alle scuole medie il giovane comprende che il cellulare è un accessorio che deve possedere. Dai 14 ai 18 il giovane possiede il cellulare e lo utilizza con disinvoltura, liberta e creatività. Dagli studi emerge un uso maggiore delle ragazze rispetto ai maschi. Tale dato sta a dirci che il femminile presenta un maggiore bisogno di comunicazione, di relazione e di mantenimento di un contatto affettivo.

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LINEE EDUCATIVE

Per i ragazzi il cellulare è importante, alla stregua della musica o del loro migliore vestito. Attraverso questo strumento si mantengono i rapporti e ci si organizza meglio. Tuttavia è essenziale fissare delle regole d’uso ( quando e dove usarlo) e farsi dare la password per poter controllare ogni tanto. Dobbiamo ricordarci che il rapporto generazionale in adolescenza è complesso da sempre, adesso ancor di più. La Oliviero Ferraris dice che mai come in questo periodo le relazioni umane siano divenute tanto complesse, specie quelle tra genitori e figli dove si assiste ad un incremento dell’ansia dei primi ed una maggiore evasione da parte dei secondi. La sfida è rimanere e parlarsi, dando per primi l’esempio e cercando di vigilare, sempre.

 

Giusy Incardona

Psicologa Psicoterapeuta

329.9877520

 

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