LA MODA….CHI SI FERMA E’ PERDUTO!…….giovani in cerca del proprio Sé attraverso i vestiti

LA MODA….CHI SI FERMA E’ PERDUTO!…….giovani in cerca del proprio Sé attraverso i vestiti

LA MODA….CHI SI FERMA E’ PERDUTO!…….giovani in cerca del proprio Sé attraverso i vestiti

 

L’abito svolge molte funzioni…informa gli altri sulla nostra persona, o meglio su:

  • IDENTITA’ SESSUALE
  • STATUS SOCIALE
  • APPARTENENZA CULTURALE
  • ADESIONE AD UN GRUPPO ED AI SUOI MODELLI DI COMPORTAMENTO
  • UMORE E STATO D’ANIMO
  • DESIDERIO DI PIACERE

L’abito parla di noi e lo attribuiamo rilevante in tal senso dopo i 7 anni. Prima i bambini sono più sensibili al linguaggio del corpo, dopo però acquisiranno crescente importanza gli aspetti fisiognomici del vestiario. A questo punto le linee spezzate, forti, marcate saranno considerate espressioni di sentimenti, quali l’aggressività, mentre linee morbide, sottili rimanderanno a sentimenti di calma.

IL Sé COPERTO

Il vestito è una seconda pelle, mutevole e variopinta che ci accompagna per tutta la vita. Sono infatti poche le situazioni sociali nelle quali il nostro corpo appare agli altri volontariamente nudo. Ad esempio nelle relazioni sessuali o nel rapporto madre-bambino….queste sono relazioni a forte intensità emotiva, ma per la maggior parte la nudità,( ad esempio in situazioni mediche) è associata ad imbarazzo e vergogna. Il nudismo è fortemente osteggiato in molti paesi occidentali e viene riconosciuto solo in alcuni spazi appositi. La nudità non è socialmente ammessa, rappresenta simbolicamente il nostro Sé scoperto, l’abito oltre a riparare   dalle intemperie copre simbolicamente cose di noi che non vogliamo mostrare agli altri e permette, attraverso la scelta, ciò che invece vogliamo mostrare. In tal senso rappresenta un messaggio inconsapevole diguardante la nostra identità.

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ESEMPIO:

Silvia si alza dal letto, si lava, si pettina e si prepara con cura per affrontare il suo primo giorno di scuola superiore. Guarda nell’armadio aperto i suoi vestiti e si concentra su cosa scegliere per sentirsi a suo agio e per fare una buona impressione sui compagni che incontrerà. Scarta quei pantaloni troppo formali, la maglietta troppo sportiva e si ferma su un paio di jeans neri….il nero, come i jeans va sempre bene, è sempre di moda! Silvia ha due magliette disponibili, una semplice, tutta bianca e l’altra identica ma con una micro scritta in nero….LIU JO. Fermiamoci sulla mano di Silvia che si allunga a prendere l’una o l’altra maglietta e chiediamoci?

Chi è Silvia? Quali sono i suoi gusti e soprattutto….quali bisogni ha da esprime, anche attraverso l’abbigliamento?

Silvia è una ragazza di 15 anni che vive un importante fase della sua vita. Non lo sa ma è immersa in un “mare di cambiamenti” sul versante cognitivo, corporeo, sociale e relazionale. Il suo stato d’animo muta con una velocità estrema ed è caratterizzato da un egocentrismo apparente che nasconde l’insicurezza di chi non sa chi è e cosa vuole. La sua identità è in costruzione e non sappiamo né quando né in che modo andrà a definirsi.

 

 

 

 

La sua autostima è regolata dalle dinamiche che si muovono dall’AMBITO ( in ordine di importanza)

  1. SOCIALE (gruppo )
  2. CORPOREO ( piacersi)
  3. AMORE ( romantico e ideale)
  4. SCUOLA ( voti e profitto)
  5. FAMIGLIA ( come mi trattano i miei e cosa pensano di me)

 

Silvia sta modificando il rapporto con se stessa e con gli altri, in primis i genitori. Da loro vorrebbe essere stimata, sostenuta ed accettata con tutte le sue contraddizioni, che spesso non le sono nemmeno chiare. Se i rapporti intimi erano caratterizzati dall’investimento verso la famiglia ed i suoi componenti per sentirsi accettati, riconosciuti e protetti….adesso si sceglie altro. E’ l’esterno, il gruppo….i propri coetanei che fanno la differenza, che la possono far sentire meno sola, riconosciuta ed accettata.

In adolescenza c’è un estremo bisogno di appartenere al gruppo e spesso ci si omologa agli atteggiamenti e comportamenti dei suoi membri, a volte portando avanti condotte a rischio, altre volte comunicando l’appartenenza mediante il vestito.

Il vestito, l’abbigliamento, gli accessori rappresentano elementi che dicono di me e della mia appartenenza al gruppo di amici ( io e le mie amiche indossiamo questo o quello), ciò da sicurezza e aumenta l’autostima nel mare dell’incertezza adolescenziale. Voglio conformarmi, essere guardata e considerata “una giusta” non una “sfigata”….ma come posso fare? vestendomi ed atteggiandomi secondo quanto detta la moda spinta al massimo grado dalla pubblicità che veicola e muove bisogni interiori.

 

Silvia vuole indossare qualcosa che dica di se, ma al tempo stesso fare una buona impressione e sceglie la maglietta con il brand, ovvero con una marca riconoscibile e socialmente apprezzata come status. Se indossi un capo con un brend che è condivisibile dal tuo micro-sistema, in automatico muovi impressioni positive che non si estendono solo all’abbigliamento, ma incredibilmente anche all’ intera personalità. Inoltre in adolescenza, come abbiamo visto, non vi è una personalità salda, ma mutevole, il bisogno è quello di essere riconosciuti, di essere attraenti per il femminile e “stilosi” per il maschile e pertanto ci si muove su diversi stili di abbigliamento che rappresentano diverse modalità interiori; la stessa persona può indossare maglietta con coniglietti e jeans per la scuola, gonna e scollatura vertiginosa per le uscite. L’abbigliamento è rappresentativo delle dinamiche interiori e del passaggio dall’età infantile a quella adulta. Essendo la moda comunicazione non verbale e strumento per esprimente bisogni, attitudini ed atteggiamenti si nota in questo periodo una velocità estrema e una mutevolezza che spesso coincide con i tempi della tecnica o del virtuale. Anche qui se rimani al passo sei ok, se non riesci devi aggiornarti.

 

In conclusione

 

  • La moda è una forma di comunicazione della nostra individualità. Intercetta i bisogni umani per creare tendenze spinte dal moto pubblicitario che crea condivisione popolare e accettazione sociale.

 

  • La moda è fluida, veloce e rappresentativa delle nostre vite altamente tecnologiche

 

  • Gli adolescenti necessitano di appartenere al gruppo dei propri coetanei, temono il rifiuto, il giudizio e la solitudine. La moda permette di trovare qualcuno simile a se a cui piacciono le stesse cose

 

  • L’appartenenza crea sicurezza, in realtà gli adolescenti si omologano e conformano, ma loro dicono di no, enfatizzando un proprio stile personale.
  • Le ragazze sono più soggette ed interessate alla moda, alle tendenze ed alle nuove forme di life style perché maggiormente complesse sul piano affettivo. Il gradiente auto-valutativo passa dal corpo e dalla capacità di sapere “attaccarsi a dosso”, imitare modelli di stile ( attrici, soubrette, ecc).

 

 

COSA POSSONO FARE I GENITORI

 

La moda interessa perché è un mezzo che consente a nostro figlio di entrare in relazione con i suoi amici o altri giovani

 

Osservare e controllare come si veste. Soprattutto per il femminile ( ragazze precoci vs ragazzi tardivi)

 

Non compiacersi mai dei processi di adultizzazione nel vestiario dei propri figli, ma tenere presente che la modalità con la quale scelgono i vestiti è rappresentativa di bisogni interiori.

 

Ogni tanto un po’ di ironia

 

Avanzare i proprio spirito critico…che non è critica distruttiva, ma fargli presente come la pensiamo.

 

 

Giusy Incardona

Psicologa-Psicoterapeuta

329.9877520

 

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