IL PERFEZIONISTA

Parlando di Psicologia della Personalità non possiamo non citare il così detto Perfezionista, ovvero colui-ei che nel lavoro, nello sport, in cucina e pure nell’educazione dei figli si aspetta sempre di dare prestazioni d’eccellenza. Non si accontenta mai, sempre alla costante ricerca di soddisfare altissime pretese. In realtà, non c’è nulla di male a impegnarsi per sfruttare in maniera ottimale le proprie possibilità, ma bisognerebbe però trovare la giusta misura, quello che in piccole dosi può essere uno sprone a migliorarsi……non è così per il perfezionista che affannandosi allo stremo delle sue forze psico-fisiche per raggiungere “l’olimpo” di ciò che è “must”, ci rimette di salute sia fisica che psicologica ( ansia, comportamenti ossessivi, depressione ecc). Per Lui-Lei questo è un tratto dominante che coinvolge tutti gli ambiti della vita….sempre e comunque deve sforzarsi per raggiungere la perfezione e questo bisogno parte in automatico, non riesce a controllarlo. La paura di non riuscire a raggiungere ciò che si è prefissato è alta e disfunzionale. Quello che in piccole dosi può essere uno stimolo a lungo andare diventa un veleno per la psiche. Essendo spesso le aspettative del perfezionista assai alte, è molto probabile che non si possano verificare e ciò provoca in lui un abbassamento sostanziale del senso di autoefficacia ed un tracollo dell’autostima. Il perfezionista non contempla l’errore, …è fortemente giudicante ed auto-critico con se stesso ed anche con gli altri. Crede che se farà bene, se adempirà a quella vocina interiore vampirizzante, si sentirà sicuro, apprezzato…troverà qualche momento di pace. Che dura purtroppo pochissimo. Il perfezionista vede la realtà come dicotomica, bianco o nero….le vie di mezzo non esistono. O si fa come dico io o nulla. Se al compito ho fatto due errori su venti….non va bene, è un insuccesso. Ogni minimo errore si trasforma in un fallimento. Se proviamo a dire ad un perfezionista che la vita è fatta di prove ed errori ed è proprio da questi che si impara….è probabile che vi guardi con occhi disgustati. L’errore non è contemplato perché chi ha questo tratto crede che si è accettati, riconosciuti ed amati solo se si produce, se si sta sul fare, se si eccelle sempre. Spesso si crede che se l’altro vede le mie debolezze, le mie aree di vulnerabilità non mi voglia, mi possa rifiutare. Se io invece faccio tutto ok, alla perfezione….nessuno mi puo dire nulla….per un attimo la mia “diabolica” vocina critica sta zitta. E’ un bel problema…con il tempo il perfezionista accumula tensione perché deve aderire al ruolo e intorno al lui le persone muovono alte aspettative. Tutto ciò esaspera la paura di fallire o commettere errori, che si espande a macchia d’olio su pensieri, sentimenti e comportamenti con effetto paralizzante.
PERFEZIONISTA BEBE’
Molti studi ci dicono che spesso dietro al perfezionismo disfunzionale c’è una famiglia in cui si da molta importanza alle prestazioni, al fare. Fin dall’infanzia il comportamento del piccolo appare essere commisurato a standard molto esigenti. Spesso le alte richieste si accompagnavano a freddezza emotiva….gli errori non sono contemplati e perdonati…le manifestazioni d’affetto sono date ma in relazione a cosa fai. In questo clima il bimbo ce la mette tutta per accaparrarsi un po’ d’affetto e crede che lo otterrà se s’impegna al massimo…ma spesso non riesce e s’insinua impotenza. In tal senso si sviluppano standard molto ambiziosi ma allo stesso tempo si dubita di poterli mai raggiungere.
In terapia (matrice umanistica) si cerca di lavorare sulla dimensione relazionale, riproponendo una dimensione non giudicante, empatica di reale interesse per il sentire della persona, non sul fare. Dalla costruzione della realtà della persona si cerca di contattare i sentimenti d’inferiorità, impotenza e disperazione al fine di riconoscerli e gestirli.

CARATTERISTICHE TIPICHE-COME RICONOSCERLO. Da cosa si riconosce un Perfezionista? Ecco di seguito un insieme di comportamenti e segni distintivi dell’essere PERFEZIONISTA
IPERCOMPENSAZIONE: Un comportamento viene portato all’eccesso per avere la certezza che niente vada storto. (es. arrivare 20 minuti in anticipo in un luogo dove si conosce già la strada)
CONTROLLI ECCESSIVI: Controllare ripetutamente se si e sbagliato qualcosa- controlli continui- o si chiede agli altri se si è fatto bene.
RIPERERE E CORREGGERE: Fare e rifare una cosa fin chè non ha raggiunto la “perfezione”
ECCESSO DI PIANIFICAZIONE : Scrivere lunghe liste di obiettivi, piani d’azione, strategie per il raggiungimento dell’obiettivo, ma perdersi e non passare mai all’azione
DIFFICOLTA’ DI DECISIONE: Davanti a molte scelte il perfezionista teme la scelta perché ha paura di sbagliare, necessita sempre di più dati d’informazione per prendere posizione, che spesso non arrivano.
TEMPOREGGIARE: Nella paura di fallire, il perfezionista spesso sta fermo.
NON RIUSCIRE A SMETTERE: Spesso entra in “gineprai”, ovvero situazioni complesse che necessitano di un altro approccio. Il perfezionista non chiede aiuto, ma si crogiola in questa situazione complicata non portandola mai a termine.
INCAPACITA’ DI DELEGARE: Per profonda sfiducia negli altri il perfezionista non si affida e non delega mai….vuole fare tutto da solo.

Giusy Incardona

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