alimentazione
alimentazione2
alimentazione3

BULIMIA…COS’E’?

La bulimia si caratterizza per la presenza di abbuffate seguite da pratiche di compensazione per eliminare l’eccesso di calorie introdotto (vomito autoindotto, uso di lassativi, attività fisica esasperata). Ciò può portare a un marcato dimagrimento in soggetti inizialmente in sovrappeso o normopeso, oppure non avere un significativo impatto sull’aspetto fisico globale. Anche quando il peso corporeo viene mantenuto entro limiti di normalità, la situazione clinica generale è critica e rischiosa per la salute.

Come l’anoressia, la bulimia interessa principalmente donne giovani (rapporto uomini : donne = 1 : 10), che esprimono il proprio disagio psicologico nella forma di una costante ed eccessiva preoccupazione per l’aspetto e il peso corporeo e un alterato rapporto con il cibo.

SINTOMI E DIAGNOSI
Purtroppo, riconoscere la bulimia in fase iniziale non è semplice, soprattutto quando il disturbo non comporta variazioni di peso significative e interessa persone adulte che gestiscono autonomamente la propria alimentazione. A insospettire familiari e amici devono essere atteggiamenti come:

  • eccessiva attenzione al cibo e al peso corporeo;
  • sviluppo di profondi sensi di colpa dopo un pasto abbondante;
  • alternanza di eccessi alimentari e periodi di digiuno o di notevole restrizione calorica;
  • sostanziale aumento del livello di attività fisica;
  • uso ripetuto di lassativi o diuretici;
  • permanenza in bagno più o meno prolungata subito dopo aver mangiato (o durante il pasto);
  • dimagrimento o mantenimento di un peso corporeo stabile nonostante pasti ipercalorici ripetuti;
  • esaurimento insolitamente rapido delle scorte alimentari domestiche.

Così come il vomito compensatorio autoindotto, di norma, le abbuffate sono effettuate in segreto e comportano l’ingestione di grandi quantità di cibo (spesso dolci o alimenti ipercalorici) in un periodo di tempo relativamente breve e a prescindere da una reale sensazione di fame; si ripetono periodicamente (anche diverse volte al giorno); sono associate alla sensazione di perdita di controllo sull’assunzione di cibo (impossibilità di smettere di mangiare); spesso sono innescate da stress psicosociali, pensieri o emozioni negativi, noia. L’abbuffata ha un effetto temporaneamente calmante sul disagio psicologico che la innesca, ma di breve durata; subito dopo, subentrano pensieri negativi, umore depresso, riduzione dell’autostima e senso di frustrazione per l’incapacità di controllare il rapporto con il cibo.

Secondo i criteri ufficiali per emettere una diagnosi di bulimia è sufficiente un episodio di abbuffata e condotte compensatorie alla settimana (in media) per almeno tre mesi, ma anche in presenza di comportamenti meno sistematici il medico può stabilire se si è di fronte a una condizione patologica meritevole di trattamento in relazione alle caratteristiche complessive del paziente (per esempio, un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione senza specificazione).

Se non trattata, con il tempo, la bulimia può comportare alterazioni a livello dell’apparato gastrointestinale, causare patologie cardiache (in particolare, aritmie e cardiomiopatie) e rovinare i denti in modo irreparabile a causa dell’erosione acida dello smalto dovuta al vomito.

COSA FACCIAMO?
Intervento Psicologico e Farmacologico
– Intervento multi-professionale ( psicologa, psichiatra, dietista, educatrice) basato su due momenti:

  • la prima fase si basa su interventi di regolazione del cibo (tempi e modi)
  • la seconda si basa su un percorso medio-lungo di supporto psicoterapeutico che potrebbe toccare:
    1. rapporto con il cibo ed il proprio corpo
    2. espressione delle emozioni e contenimento
    3. costruzione di senso della propria realtà

Servizio Sospeso