Disturbo da Alimentazione Incontrollata

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DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA…COS’E’?

Il disturbo da binge-eating (binge-eating disorder, disturbo dal alimentazione incontrollata) è un caratterizzato da abbuffate analoghe a quelle della bulimia, ma che non vengono seguite da pratiche di eliminazione o compensazione. Chi ne è affetto, quindi, è quasi sempre obeso o in notevole sovrappeso e soffre psicologicamente per questa condizione molto più di persone obese che mangiano in modo non compulsivo. Molti pazienti cercano ripetutamente di seguire diete finalizzate alla perdita di peso senza riuscirci, ricavandone una profonda frustrazione. Circa la metà delle persone affette da disturbo da binge-eating soffre anche di depressione, insorta precedentemente o successivamente allo sviluppo del disturbo alimentare.

COME SI MANIFESTA?
La presenza di abbuffate ripetute almeno una volta alla settimana per almeno tre mesi, caratterizzate dall’ingestione compulsiva di grandi quantità di cibo in tempi relativamente brevi e a prescindere da una reale sensazione di fame, e l’impossibilità di seguire diete ipocaloriche nonostante un sincero desiderio di perdere peso sono chiari segnali che la persona soffre di questo disturbo alimentare. Come nel caso della bulimia, le abbuffate vengono effettuate in solitudine, sono associate alla sensazione di perdita di controllo sulle quantità di cibo assunto e terminano soltanto in seguito a una sensazione di pienezza eccessiva e sgradevole. Mancando il comportamento compensatorio, inoltre, le abbuffate sono immediatamente seguite da malessere fisico e psicologico, con forte senso di frustrazione, disgusto verso se stessi e riduzione dell’autostima. La diagnosi è rafforzata dall’evidenza di sintomi depressivi.

COSA FACCIAMO?
Intervento Psicologico e Farmacologico
– Intervento multi-professionale ( psicologa, psichiatra, dietista, educatrice) basato su tre momenti:

  • la prima fase si basa su interventi di regolazione del cibo (tempi e modi): Psicoeducazione
  • la seconda si basa su un percorso medio-lungo di supporto psicoterapeutico che potrebbe toccare:
    1. Creazione di un clima empatico, genuino (Autorevole rapporto con il cibo ed il proprio corpo)
    2 espressione delle emozioni e contenimento
    3 costruzione di senso della propria realtà
  • La terza: alleanza e lavoro sulla famiglia e sulle sue dinamiche – lavoro su fattori di mantenimento del disturbo

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