GENITORIALITA’…COS’E’
La genitorialità è una funzione che ha l’obiettivo fondamentale di garantire il mantenimento della specie. Rappresenta un insieme di atteggiamenti e pratiche, una sorta di processo dinamico attraverso il quale si impara a diventare genitori capaci di prendersi cura e di rispondere in modo sufficientemente buono ai bisogni dei figli. Dentro di noi abbiamo una parte genitoriale. Questa dimensione inizia a formarsi nell’infanzia a partire dall’interiorizzazione di comportamenti, messaggi verbali e non-verbali, aspettative, desideri e fantasie dei nostri genitori. Secondo questa concezione, la genitorialità non coinvolge solo l’essere genitori reali. Ovviamente, l’evento reale della nascita di un figlio, attiva in un modo particolare e molto intenso questo spazio mentale e relazionale, rimettendo in circolo tutta una serie di pensieri e fantasie legati in particolare al proprio essere stati figli, alle modalità relazionali ritenute più idonee, ai modelli comportamentali da avere.
Essere genitori significa muovere funzioni come quella protettiva: la capacità di offrire cure adeguate ai bisogni del bambino. É la funzione che più di tutte determina il legame di attaccamento. Lo scopo dell’attaccamento è infatti la vicinanza della figura materna. Il mantenimento di una relazione di attaccamento è vissuto dal bambino come fonte di sicurezza mentre una minaccia di perdita genera ansia e a volte aggressività.
Funzione affettiva: la capacità di entrare in risonanza affettiva con l’altro senza esserne inglobato. Il mondo degli affetti definisce la qualità emotiva-affettiva dentro la quale il bambino è inserito. L’interazione con il mondo degli adulti è guidata in modo principale dalla ricerca di emozioni positive da condividere.
Funzione regolativa: consente al bambino di regolare i propri stati emotivi, le proprie risposte comportamentali e di organizzare l’esperienza. Le strategie per la “regolazione di stato” sono inizialmente fornite dalla mamma. La difficoltà della mamma a questo livello porta a disturbi della regolazione (difficoltà nel regolare il comportamento, i processi sensoriali, fisiologici, attentivi, motori o affettivi, nell’organizzare uno stato di calma, di vigilanza, o uno stato affettivo positivo). La funzione regolativa genitoriale può avere un funzionamento iper (con risposte intrusive che non danno tempo al bambino di segnalare i suoi bisogni o i suoi stati emotivi), ipo (quando vi è una mancanza di risposte), inappropriata (quando i tempi non sono in sincronia con il bambino).
Funzione normativa: riflette l’ atteggiamento genitoriale di fronte alle norme, alle istituzioni, alle regole sociali. Corrisponde al bisogno fondamentale del bambino di avere dei limiti, di vivere dentro una struttura di comportamenti coerenti.
Funzione predittiva: è la capacità del genitore di intuire e facilitare lo sviluppo del bambino. Una difficoltà a questo livello può comportare una serie di disturbi evolutivi sul piano cognitivo, somatico e motivazionale. Essa comprende la capacità di cambiare modalità relazionali con il crescere del bambino e con l’espandersi del suo mondo e delle sue competenze.
Funzione rappresentativa: è la capacità di modificare continuamente le proprie rappresentazioni in base alla crescita del bambino e dell’evolvere delle sue interazioni, facendo nuove proposte o sapendo cogliere dal bambino i suoi nuovi segnali evolutivi. Finchè le rappresentazioni del bambino non vengono modificate, egli agirà come faceva prima.
Funzione triadica: è la capacità dei genitori di avere tra loro un’alleanza cooperativa fatta di sostegno reciproco, capacità di lasciare spazio all’altro o di entrare in una relazione empatica con il partner e con il bambino. Questo presuppone la capacità del genitore di vedere il bambino dentro una relazione dove esiste un terzo. Esiste a livello di affetti un contatto reciproco tra la coppia genitoriale e il bambino che mantiene viva e dinamica la relazione.
Funzione SIGNIFICANTE: La madre crea una cornice che dà senso all’azione del bambino. Questo dare senso, ai suoi bisogni, ai suoi gesti all’inizio casuali, ai suoi movimenti, alle sue espressioni, inserisce il bambino in un mondo di senso.
Funzione FANTASMATICA “Nella stanza di ogni bambino ci sono dei fantasmi. Sono i visitatori del passato non ricordato dai genitori; gli ospiti inattesi al battesimo.”
Funzione PROIETTIVA “L’ombra dei genitori è caduta sul figlio”.
Funzione DIFFERENZIALE: Maternalità e Paternalità.
Funzione TRANSGENERAZIONALE: L’immissione del figlio dentro una STORIA, una narrazione. E’ la storia della propria famiglia, è il continuum generazionale dove si inserisce la nascita.
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