Mutismo Selettivo

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MUTISMO SELETTIVO…COS’E’?

Disordine dell’ infanzia caratterizzato da una persistente incapacità del bambino a comunicare verbalmente in determinati contesti di vita sociale (uno o più ambiti) all’interno dei quali ci si aspetterebbe ed è spesso richiesto l’uso del linguaggio verbale.
Al contrario, il bambino parla normalmente a casa con i familiari, con i fratelli e/o con altri adulti nell’ambito familiare.
A volte non parlano nemmeno nel contesto familiare se sono presenti amici stretti o parenti di primo grado (nonni, zii, cugini). Il disturbo è spesso contrassegnato da un’elevata ansia sociale; al contempo, la mancanza di parola può interferire con la comunicazione sociale.
I bambini con questo disturbo possono utilizzare per comunicare strumenti non verbali o che non richiedono il linguaggio e possono essere disposti a partecipare ad incontri sociali quando non è richiesto il linguaggio (per es ruoli non verbali nelle recite scolastiche).

COME SI MANIFESTA?

  • Costante incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche, in cui ci si aspetta che si parli (per es. a scuola), nonostante sia in grado di parlare in altre situazioni
  • La condizione interferisce con i risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione sociale
  • La durata è di almeno un mese (non limitato al primo mese di scuola)
  • L’incapacità di parlare non è dovuta al fatto che non si conosce o non si è a proprio agio con il tipo di linguaggio richiesto con la situazione sociale
  • La situazione non è meglio spiegata da un disturbo della comunicazione e non si manifesta esclusivamente durante il decorso di disturbi dello spettro autistico, schizofrenia o altri disturbi psicotici.

QUANDO SI PRESENTA?
L’esordio avviene di solito prima dei 5 anni di età, ma il disturbo può non giungere all’attenzione clinica fino all’inizio della scuola, quando aumentano le richieste sociali e prestazionali. Il decorso è poco noto per mancanza di studi longitudinali. In alcuni casi il MS scompare ma persiste un disturbo d’ansia sociale.
Si può osservare un miglioramento nella sintomatologia in concomitanza di passaggi significativi nella vita del bambino ( per es passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria), in quanto l’interazione avviene con persone nuove che non sono a conoscenza del problema.

QUALI CAUSE?

  • Fattori temperamentali/biologici
  • Bambini ansiosi, timidi, riservati e diffidenti
  • Difficoltà di regolazione nelle prime fasi di vita (disturbi del sonno, dell’alimentazione, irrequietezza)
  • Ansia sociale
  • Gemellarità, prematurità, stress materno
  • Fattori socio-culturali e familiari
  • Scarsa socializzazione della famiglia;
  • Stile educativo ansioso e introverso;
  • Invischiamento genitori-figli;
  • Dipendenza genitoriale del bambino

COSA FARE?

  1. Creare un clima accogliente ed empatico (Attaccamento sicuro del terapeuta vs Attaccamento insicuro di tipo dipendente)
  2. Rallentare l’Attivazione sistema neurovegetativo (disagio interno, ansia, paura)
  3. Adottare altre strategie più efficaci rispetto all’evitamento ( non parlo=strategia di difesa di fronte all’incapacità percepita di fronteggiare le richieste ambientali)

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