IL DONO DELL’AUTOSTIMA…..Per tutti quei genitori che vogliono il figlio forte…….DENTRO

IL DONO DELL’AUTOSTIMA…..Per tutti quei genitori che vogliono il figlio forte…….DENTRO

L’autostima ci riguarda un po’ tutti….sia grandi che piccini….: “La mia autostima è pari a zero!”….dice la mamma….”Questo bimbo-a non ha autostima”!….come farà da grande? ….Per affrontare la vita serve credere in se stessi, avere autostima!….parole del babbo…..già….Autostima…..ma cos’è? Cerchiamo di rispondere. Per autostima s’intende la valutazione che noi ci diamo, la percezione che abbiamo di noi stessi. E su che cosa la diamo questa valutazione? Sugli elementi presenti in un “grosso” sistema chiamato “Concetto di Sé”. Per capirsi il concetto di Sé è come un enorme pozzo presente dentro di noi….dentro ci sono tutte le informazioni, caratteristiche che ci riguardano…..il pozzo può essere buio e profondo se diamo una valutazione negativa a ciò che c’è dentro (bassa autostima)….oppure pieno di “tesori” e cose interessanti (buona autostima). C’ è da dire che un bambino non nasce con delle sensazioni negative verso se stesso. Tutti i bambini credono di essere meravigliosi, tanto che Berne diceva che si nasce principi per diventare rospi! Come il bambino si sentirà in seguito verso se stesso, però, certamente è determinato in gran parte dai primi messaggi che riceve dai genitori.….Come dire…..“un bambino, quando viene al mondo, non ha né un passato né esperienze da cui trarre indicazioni per gestire se stesso, nessuna scala grazie a cui giudicare le sue capacità. Deve basarsi sulle esperienze che ha con le persone che gli stanno intorno e sui messaggi che esse gli inviano riguardo al suo valore come persona” (Satir, 1972)…..Capito?….L’ autostima la si costruisce passo passo, fin dai primi giorni di vita e ha a che fare soprattutto con il rapporto che i genitori riescono a istaurare con il bambino, con la loro capacità di infondergli (ancora neonato) sicurezza, fiducia in se stesso e negli altri. Come detto un bambino vive, soprattutto la prima fase della propria vita in una dimensione di dipendenza dagli altri e di conseguenza si basa sui criteri che arrivano dall’ esterno (mamma, babbo, nonni, zii, insegnante ecc) per definire se stesso, confermare o meno il suo valore. Sono loro attraverso la qualità relazionale (amore e approvazione o rifiuto e critiche),  detti e non detti, comportamenti, atteggiamenti  a “tingere” quel pozzo di colori cupi o brillanti….Va da se che se la mamma o il babbo considerano questo bimbo un “brutto anatroccolo” rispetto a quello che s’aspettavano…..un bellissimo cigno ( idea nella loro testa), inevitabilmente invieranno a questo  bimbo messaggi di non accettazione, critica e rifiuto…questo non viene di solito detto verbalmente, ma agito, soprattutto inconsapevolmente. Un bambino, guardando solo gli occhi di sua madre, senza che lei dica nulla, sa benissimo  se lo sta approvando o meno….se quello che sta facendo va bene o no….se non è abbastanza….per lei. Cosa vorrebbe il bambino ad ogni costo? AMORE, ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA E SENTIRSI “VISTO”-RICONOSCIUTO!Il bambino sta già formandosi un’immagine di sé in base alla percezione positiva o negativa in relazione a ciò che gli arriva dalla mamma o dal babbo. Ricordiamoci che l’autostima può variare nei livelli, non è assoluta e pertanto rappresenta una facoltà che va coltivata, addestrata e sviluppata….

Radici…..da dove si parte

Si parte da piccolissimi a sviluppare un immagine positiva di noi come esseri amabili, desiderabili ed accettati. In che modo? Con chi? Bè, ovvio…..con la nostra mamma….è sì! La prima relazione che  il neonato conosce è quella con la mamma, con la quale sviluppa un rapporto esclusivo già da subito, chiamato “Legame di Attaccamento”. Se io ho a che fare con una mamma che soddisfa i miei bisogni, la sento presente, mi posso fidare di lei…..svilupperò un attaccamento sicuro e “metto dentro di me” l’idea ( modelli operativi interni- schemi, rappresentazioni mentali) che io posso essere amato e che lei, con il suo modo di fare mi accetta e ama. Se mi ama lei, allora io sono degno!……e il pozzo è di colori vivaci e sgargianti…….

Non sempre va così…..spesso, anzi….molto spesso….questo rapporto di attaccamento è ansioso, insicuro o disorganizzato e dentro di me ho l’ idea che mia mamma o chi per lei non è che c’è sempre a soddisfare i miei bisogni…..spesso mi rifiuta, mi trascura….o non è “disponibile emotivamente”……DIPENDE DA ME…..sono io a non andare bene….

Il legame di attaccamento tra mamma e bambino ci dice molto sulla fiducia che il bimbo può avere negli altri e quella che ha verso di se. Un attaccamento sicuro è caratterizzato dalla fiducia che il bimbo ha verso la madre, perché sa che lei c’è (base sicura)…..non mi frega!…quindi io posso esplorare l’ ambiente circostante e tornare da lei e sono sicuro di ritrovarla.

Se l’ autostima parte da “casa”, con il tempo e con altre relazioni, il bambino tenderà a rafforzare o meno la percezione che ha di se. Si parte con la materna, la scuola elementare ed i compagni che qui vi si trovano. In pratica….è questo il terreno su cui si realizza il processo di socializzazione è rappresentato essenzialmente dal gioco e dalla ricerca del soddisfacimento di un fondamentale bisogno del bambino: quello di stabilire rapporti di amicizia con i propri simili. In quegli anni l’amicizia diventa lo spazio psicoaffettivo in cui il bambino ricerca e condivide la sua vita interiore (pensieri, sentimenti, emozioni) e in cui mette alla prova la reale possibilità di essere amato, di essere considerato, anche al di fuori della famiglia, e proprio su tale considerazione costruire e/o rafforzare la propria autostima. Questa età ha una forte connotazione “altruistica” e pertanto costituisce un cruciale passaggio di emancipazione del bambino dall’egocentrismo della prima infanzia, maturandolo verso la capacità di comprendere gli altri e quindi di vivere nel mondo. E’ questo anche il periodo in cui maggiormente le figure genitoriali dovrebbero impegnarsi nel favorire il processo di socializzazione del bambino, sia ampliando le sue possibilità di frequentare compagni della sua età anche al di fuori dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia sia consentendogli di partecipare alla vita degli adulti non familiari, in modo da abituarlo a riconoscere concretamente l’esistenza di una realtà al fuori degli abituali rapporti con i genitori e fratelli. Infatti “è nella famiglia, nel rapporto con i genitori, che il bambino costruisce quella base sicura da cui scaturisce la stima di sé e la fiducia nelle proprie capacità. Ma è nel confronto con i coetanei che questa fiducia trova una vera conferma sociale.

Gli ambiti…………….

Immaginiamo l’ autostima come una casa….ogni casa ha delle fondamenta…….le fondamenta dell’ autostima dei bambini e data dal: pilastro FAMIGLIA, quello SOCIALE, quello CORPOREO e quello SCOLASTICO….vediamo meglio:

  • Pilastro FAMIGLIA (noi)à sono i vissuti che il bambino prova come membro della sua famiglia….Un bambino che sente di essere un membro apprezzato della sua famiglia, che si sente certo dell’amore dei suoi genitori e dei suoi fratelli avrà un’autostima altamente positiva in questo ambito;
  • Pilastro SOCIALEàcomprende i sentimenti del bambino riguardo a se stesso come amico di altri. Gli altri bambini lo trovano simpatico, apprezzano le sue idee, lo fanno partecipare alle attività? Si sente soddisfatto delle sue interazioni e del rapporto con i pari?  Un bambino che sia riuscito a soddisfare i suoi bisogni di socialità si sentirà a proprio agio con questo aspetto di se stesso;
  • Pilastro CORPOREOà L’autostima corporea è una combinazione di aspetto fisico e di  capacità. Essa consiste nella soddisfazione che il bambino prova rispetto al modo in cui il suo corpo appare alle prestazioni che riesce ad ottenere.
  • Pilastro SCUOLAà riguarda il valore che il bambino attribuisce a se stesso come studente. Questa autostima non è semplicemente una valutazione delle capacità e dei successi scolastici, è invece la misura in cui il bambino percepisce che è bravo quanto basta. Se riesce a raggiungere i suoi standard di successo scolastico (e naturalmente questi standard sono modellati dalla famiglia, dai compagni e dalle insegnanti) allora la sua autostima scolastica sarà positiva;

 

PILASTRO E TETTO DELLA CASA….LA FAMIGLIA E IL SUO MODELLO EDUCATIVO

Ogni famiglia ha il proprio modello educativo, ovvero l’ insieme di atteggiamenti mentali, credenze, valori, modelli, attraverso i quali  educa i propri figli. In pratica ogni genitore ha proprio stile educativo che ha chiaro in mente a ciò che egli vuole per il figlio, a ciò che ritiene più opportuno o è convinto di dover fare….il difficile è metterlo in pratica….!Certamente il proprio stile può essere una replica, una rivisitazione o una  rottura  dello stile genitoriale adottato dai nostri genitori con noi……pensateci un po’…..Mi comporto con lui, come mio padre!!….gli dico le stesse cose che mi diceva mia mamma!!…..VI PARE?….A volte va così….

Detto questo riflettiamo sul modello educativo e Autostima: la famiglia, con il suo modello può fare molto in chiave di Autostima per il figlio……abbiamo spesso parlato della famiglia “etica”, che gioca la sua esistenza sul controllo dei figli…e lo fa in modo spesso freddo, indifferente o ostile…. L’amore, il riconoscimento ai figli è in rapporto a ciò che loro fanno oppure ottengono…..Hai preso un 9 a scuola…bene, è il tuo lavoro. Oppure….sei…pigro, incostante, cattivo…CRITICHE. Oppure…..perchè solo 9?Tuo fratello ha fatto meglio…..CONFRONTI. Questi genitori si aspettano molto dai loro figli, hanno un Sé ideale troppo grande e spingono perché il figlio vada nella direzione che vogliono loro…: lo faccio per te….perchè io lo so cosa è meglio per te!Fidati….ma siamo sicuri che quella strada è realmente per quel bambino o è più spinto per un braccio da un  babbo che  vuole a tutti i costi che il figlio sia un “riscatto” per ciò che non è riuscito a fare o avere lui nella sua gioventù!? …E quindi “figli campioni”…..figli che per essere all’altezza delle aspettative genitoriali annaspano e soffrono….in classe, nello sport, con gli amici: AUTOSTIMAàsi basa solo sulle informazioni esterne, anche da grande: I genitori gli lanciano il messaggio che  vale se “rende”…..se vive momenti di calo, non va bene…..la tristezza, la malinconia e la rabbia non le può provare. Non è accettato per com’è,  ma criticato e spinto ad essere altro. Dentro di lui si forma il concetto che così com’è (Sè reale) non va bene…..deve sempre ambire ad avere o essere di più, (se ideale)….solo così sarà a posto con se stesso e quindi amato, rispettato, voluto, desiderato…….in pratica……visto! Per adesso si sente in colpa per non aver ancora raggiunto ciò che vuole, inadeguato e ……..INFERIORE…anche se qualcuno gli dice che è bravo, non ci credè….perchè guarda solo ai difetti….è molto sensibile alle critiche. Rabbia rivolta verso se stessi o gli altri

Molto spesso va così……..a voi le riflessioni……….

Alto modello, quello affettivo….famiglia affettiva che basa il suo esistere sull’affetto ed il controllo, risultato: uno stile educativo fatto di iper-protezione e indulgenza….Genitori che dicono: “Ci penso io!”….”come farà senza di noi”……”la gente parla”….”lascialo fare alla mamma o al babboàmessaggio che filtra….non 6 capace!. .Non ce la farai mai senza di noi…perché sei e sarai sempre il nostro bambino e noi ti tratteremo sempre così! Autostimaà bassa, per mancanza di fiducia verso di sé….non  credo in me stesso perché nessuno ( in primis  i genitori non hanno fiducia). Il mondo gli fa paura, non ce la fa…..ha bisogno di aiuto, la responsabilità e l’autonomia lo spaventa. Rabbia rivolta a se stessi o agli altri

Il modello educativo maggiormente funzionale alla tutela ed all’ accrescimento dell’autostima del bambino è quello AUTOREVOLE, che fa della fermezza educativa uno dei principi cardine. Cosa accade: Il genitore vive ben sapendo cos’è la realtà e cos’è l’ ideale. Nella vita è molto importante avere degli obiettivi, ma dobbiamo stare attenti a fin che  siano i nostri e non quelli di altri….un genitore autorevole sa capire se quello che chiede al figlio è roba sua, magari irrisolta o davvero esprime il bisogno del figlio. Importante: il genitore autorevole ascolta il figlio, non lo umilia, specie in pubblico….lo protegge e contiene fin dalla nascita, incrementa l’ autonomia e la sua responsabilità. Ancora più importante lo rispetta e lo accetta per quello che è al di là dei risultati…ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA. Possibile? …….si…….Ovvio, si arrabbia con il figlio, gli scontri ci sono……ma mai fa circolare la vergogna e l minaccia di un abbandono se il figlio non è come lui vuole: lo accetta così com’e……..Tanta roba! AUTOSTIMAà buoni livelli. Tendente all’ esplorazione e fiducia di se.

 

PROTOCOLLI Comportamentali……prendete quello che vi serve

 

 

1 NO UMILIATE il bambino, mai….soprattutto davanti agli altri…. Se trasgredisce una regola, paga molto ….facciamo i conti a casa e lì, faccia a faccia chiarite con lui, solo con lui.

2 NO SVALUTARE. Attenzione al peso delle parole, anche quando scherzate sui difetti del bambino….e soprattutto date importanza a lui e ai suoi risultati, non fate paragoni.

3 NO ACCETTARE A COSTO DI……..amatelo e basta, lui vale al di là di quello che ottiene…non  è un “cavallo da corsa” che gareggia con gli altri… anzi, riflettete voi sul vostro senso di perfezionismo e di competizione.

4 RESPONSABILIZZARLO. Ai bambini piace sapere d’avere qualche compito “fisso” all’ interno della casa, già da piccoli possiamo iniziare incentivando l’autonomia e il senso della responsabilità, tarando in relazione all’età e al suo sviluppo e soprattutto ai suoi bisogni.àvitamina F-àFIDUCIA.

Esempio: una volta alla settimana, la mamma per la figlia ed il babbo per il figlio, portatelo fuori per 1 0ra e fatevi aiutare in qualche attività, come per esempio lavare la macchina, comprare pochi oggetti alla coop, oppure inventatevi voi una qualche attività. Durata, lo ripeto 1 ora, non di più. Poi ci si ferma al bar…..e a questo bel bambino e bambina possiamo dire: Prendi quello che vuoi, te lo sei proprio meritato…..grazie a te ho fatto prima!AHHH….si respira aria di fiducia. Il bambino si sentirà utile e il messaggio che passa è che lui è capace. Importante…..fatelo quando avete le risorse giuste, siete tranquilli e non avete fretta, ovvio, se vi va di provare. Vediamo.

 

ANCORA ……OCCHIO…A…..

 ACCETTATELO così. Punto. E’ vostro figlio e ridimensionate invece l’ idea che di lui avete in testa….lo volevate socievole ed è in realtà introverso?….lo volevate forte e impavido ed è in realtà riflessivo e prudente? Lo volevate concreto ed è sensibile?……è vostro figlio….occhio alle aspettative.

AUTOSTIMA VOSTRA. Come siete messi ad autostima? Come vi valutate? …..molto spesso genitori con bassa autostima sviluppano risentimento, voglia di riscatto…che anche inconsapevolmente proiettano sul proprio figlio…di conseguenza…bambino come “cavallo da corsa”…..per vincere quello che non ho potuto vincere io….e gli altri guardano…e invidiano……ho dato pace al mio risentimento.

 

 

 

 

IMPORTANTE

 

ASCOLTARLO, AVERE FIDUCIA IN LUI E CREDERCI…………RICORDATE LA PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA…..

Se io credo fermamente che diventerai un uomo o una donna di domani, responsabile  che si vuol bene e che rispetta se stesso e gli altri….metterò in circolo molti atteggiamenti e comportamenti, anche inconsapevoli verso questa mia credenza. Se io credo in te…farò di tutto perché anche tu possa credere in te stesso!

 

Grazie per l’ attenzione e la lettura

 

Bibliografia

 

– A. Pope, S. McHale, E. Craighead (2008), Migliorare l’autostima, Erickson

– D. Plummer (2002), La mia autostima, Erickson

– S. Margot (2005), Aiutare i bambini… con poca autostima, Erickson autostima, Erickson

– Giusti, E; Testi A. (2006), L’autostima,Sovera Multimedia, Roma.

– Anderson E, Redman G; Rogers C. (2001), Come sviluppare l’autostima del bambino, TEA Milano.

 

 

Dr Giusy Incardona   – Psicologa-     cel   329/9877520-     giusy.incardona@virgilio.it – www.giusyincardona.it

 

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