L’ ADOLESCENZA…..COS’E?

COS’E’ L’ADOLESCENZA

 

Adolescenza deriva dal latino “adolescere” che significa crescere. E’ quel tratto dell’età evolutiva caratterizzato dalla transizione dallo stato infantile a quello adulto dell’individuo;  Si è soliti distinguere anche tra prima adolescenza, corrispondente al periodo tra i 13 e i 15 anni, e seconda adolescenza, cioè dai 16 anni verso la fine della pubertà, verso i 18-20 anni.

L’adolescente è chiamato ad affrontare una profonda riorganizzazione del mondo interno e dei rapporti con l’esterno che passa necessariamente attraverso un duplice distacco, riguardante la perdita delle rappresentazioni del Sé infantile e quella delle figure genitoriali interiorizzate.   I cambiamenti somatici della pubertà richiedono, inoltre, di modificare la rappresentazione che l’adolescente ha del proprio corpo e di integrare, nell’immagine mutata di sé, il riconoscimento del proprio corpo sessuato.

Cambiamenti fisici

Maschi

  • vi è un aumento del volume dei testicoli
  • la comparsa di una peluria vasta su tutto il corpo e sul viso
  • un cambiamento cutaneo e sudoriparo, che può portare anche a cambiamenti umorali
  • un aumento della statura e della struttura muscolare,
  • la voce cambia e si fa più cupa
  • vi è la prima eiaculazione

Femmine

  • aumento del volume del seno
  • comparsa della peluria nelle zone ascellari, inguinali e sulle gambe
  • comparsa dell’acne soprattutto sul viso
  • i fianchi si allargano
  • vi è la comparsa del menarca (prima mestruazione)
  • Il periodo adolescenziale, e quindi anche la pubertà, varia da soggetto a soggetto, solitamente per i maschi è un periodo compreso tra i 10 e i 16 anni, mentre per le femmine tale periodo varia dagli 8 ai 14.
  • La pubertà può essere precoce o tardiva, se precoce viene vissuta malamente, infatti il giovane può cercare di nascondere i segni della maturità sessuale poiché non coincidono con l’immagine di perfezione che ha, mentre se tardiva viene attesa con ansia poiché è segno di maturazione

La cognizione

  • L’ingresso nell’adolescenza comporta anche il perfezionare la capacità di ragionare in astratto, sapere valutare differenti ipotesi, valutare le conseguenze di una scelta. Queste abilità sono presenti anche prima dei dieci anni, ma dopo i dodici anni la persona acquisisce la consapevolezza delle potenzialità del proprio pensiero, lo valorizza, vi riflette.

Il raggiungere la capacità di riflettere sul proprio pensiero e su quello degli altri permette al giovane di prendere in considerazione idee differenti dalle proprie e la qualità delle relazioni muta, venendo meno il carattere egocentrico dell’epoca infantile. Eventuali successi in ambito cognitivo, quali buoni risultati scolastici, aiutano l’adolescente a rafforzare la propria autostima.

  • La possibilità di pensare in astratto permette al giovane di fare i primi progetti per il futuro, immaginarsi “da grande” e prendere le prime decisioni importanti, quali la scelta della scuola o del lavoro. La maturazione dell’individuo è un processo molto lungo che dura l’intera vita e non si esaurisce con il termine dell’adolescenza. Sono le esperienza quotidiane e quelle straordinarie che facciamo nel corso di un’esistenza, a contribuire al nostro sviluppo cognitivo e affettivo. Si tratta di un processo molto lento, di cui ci possiamo accorgere solo se abbiamo tempo per soffermarci a riflettere, a differenza dell’adolescenza, in cui i cambiamenti sono molti ed avvengono velocemente

La famiglia dell’Adolescente

Oltre al ”lutto” legato alla trasformazione fisica, l’adolescente deve far fronte ad un’altra grave “perdita” connessa al ridimensionamento delle figure genitoriali, considerate onnipotenti durante l’infanzia.

  • Questo distacco dall’autorità genitoriale necessità dell’elaborazione di un “lutto”, sia per l’adolescente, che deve sostituire le figure di riferimento infantili che costituiscono la fonte principale  delle proprie  identificazione e quindi, in ultima analisi, della propria identità, sia per i genitori che, per la prima volta, vedono ridimensionato il loro ruolo di figure onnipotenti.
  • I cambiamenti che interessano l’adolescente si ripercuotono all’interno del contesto familiare. Il ragazzo in questo periodo ha due esigenze tra loro contrastanti: da un lato sente il bisogno di essere protetto dalla famiglia di origine e vorrebbe restare bambino, dall’altro vuole differenziarsi e acquisire autonomia. La famiglia deve affrontare l’arduo compito di trovare un nuovo equilibrio.
  • La conflittualità tra i bisogni di autonomia e protezione dell’adolescente si può esprimere all’interno della famiglia attraverso nuove e diverse forme di comunicazione sia verbali come silenzi, aggressività, aumento dei conflitti, provocazioni, che non verbali come modo di vestire e di atteggiarsi, rapporto con il cibo, modalità di gestire gli spazi personali.
  • L’adolescenza è caratterizzata da comportamenti che vanno dalla solitudine all’irrequietezza, dal rifiuto delle regole familiari (fino ad allora accettate) al rifiuto scolastico, dalle nuove richieste ed esigenze relative al desiderio di avere il motorino, di andare in discoteca, di non avere orari da rispettare, comporta delle irregolarità di condotta nel contesto familiare, che rischiano di compromettere in modo drastico la comunicazione all’interno della famiglia.
  • I genitori hanno la consapevolezza che il loro figlio sta diventando grande, ma possono essere riluttanti ad ammetterlo, preoccupati di fronte alle richieste di autonomia e spaventati dal fatto di dover riassettare un equilibrio che ha funzionato bene per molto tempo.
  • Il genitore adeguato dovrebbe essere sufficientemente flessibile da accogliere sia le richieste di protezione, che di autonomia del figlio, per aiutarlo nella ricerca della propria individualità senza farlo sentire solo.
  • L’adolescenza del figlio rimanda ai genitori l’idea del tempo. I coniugi si ritrovano a fare un bilancio di sé stessi come genitori, marito e moglie e professionisti.
  • Alcune ricerche hanno dimostrato che i genitori di un figlio adolescente presentano grande stress e il matrimonio è soggetto a molte crisi, maggiormente accentuate all’interno di quelle coppie i cui coniugi si erano soprattutto identificati nel ruolo di genitori, essi possono rischiare di sentirsi inutili o inadeguati di fronte al figlio che diventa indipendente.
  • E’ necessario facilitare la comunicazione nel rapporto educativo con i figli, entrare in empatia con loro, acquisire abilità nell’ascolto e nella riformulazione dei messaggi, saper esprimere i sentimenti, negoziare le regole, la disciplina, educare alla gestione dei conflitti.
    Favorire la comunicazione, l’espressione ed il confronto sulle diverse reazioni emotive dei singoli membri della famiglia, permette di individuare e verificare modalità alternative di comportamento così da ampliare il repertorio espressivo verso canali più adatti e funzionali.
  • I contrasti in famiglia permettono al ragazzo di conoscersi meglio, di confrontare le sue idee e di definirsi rispetto al punto di vista altrui. Inoltre, attraverso il conflitto l’adolescente impara alcune abilità sociali quali la capacità di ascolto, comunicazione, negoziazione, che saranno indispensabili per la futura vita relazionale.
  • Il benessere dei figli non può essere superiore a quello del genitore ovvero il genitore è allo stesso tempo un individuo che ha dei bisogni e dei desideri Quando il genitore, nel tentativo di creare maggiore benessere nei figli, inizia a rinunciare a se stesso, dovrebbe ricordare che il proprio benessere e la propria soddisfazione saranno per i figli anche un modello per il proprio futuro di persona adulta, matura cioè libera ed autonoma.

Semplici regole per  genitori

  • COERENZA FRA GENITORI e NEL TEMPO
  • Essere concreti
  • Dare poche regole chiare–à con conseguenze
  • Esprimere le regole al positivo (non picchiare tuo fratello – gioca insieme a tuo fratello)
  • Dare regole con autorevolezza
  • Osservare e valorizzare gli aspetti positivi, dare rinforzi
  • Riconoscere e parlare delle emozioni
  • Saper dire no

L’identità dell’adolescente

L’adolescenza, oltre alla crescita corporea, è contrassegnata dalla definizione dell’identità. Attraverso le sperimentazioni e le identificazioni l’adolescente si riconosce come separato dagli altri e, confrontandosi con l’immagine che gli altri gli rimandano, si confronta con le proprie abilità ed i propri limiti. L’identità finale è frutto della scelta e della sintesi di alcuni dei ruoli sperimentati e inevitabilmente comporta il lutto per la perdita delle altre possibilità.

  • I genitori possono essere tentati di diventare iperprotettivi, con il rischio che il figlio si opponga eccessivamente al mondo degli adulti. L’acquisizione di una propria identità è un processo che dura anni e si costruisce attraverso la sperimentazione e l’identificazione. La sperimentazione consente di provare a recitare una molteplicità di parti, immedesimarsi in differenti ruoli. Contemporaneamente, avendo la possibilità di conoscere tante persone, l’adolescente ha la possibilità di osservarle, esserne affascinato, provare a imitarle.

Le amicizie

Lo spostamento da un centralità sulle relazioni famigliari ad un centralità su quelle amicali,  è alla base del processo di separazione-individuazione proprio dell’adolescenza.

  • In questo periodo della vita diventano fondamentali gli amici, che non sono più dei compagni di giochi ma dei confidenti e delle persone con cui confrontarsi.
  • L’adolescente, maggiormente libero di muoversi in modo autonomo, ha la possibilità di incontrare nuove persone e scegliere i propri amici, che non sono più soltanto i compagni di scuola o i vicini di casa, ma ragazzi incontrati nei modi più svariati.
  • Si sente l’esigenza di fare parte di un gruppo di coetanei, con cui trascorrere il tempo libero, condividere interessi, confrontarsi.
  • Nascono i gruppi informali che si differenziano da quelli formali (quali la classe o la squadra sportiva) per non essere gestiti da adulti e non avere particolari finalità.
  • Aumenta il tempo trascorso fuori casa, con gli amici con cui si intrattiene una relazione intensa e continuativa, fondata sulla condivisione di esperienze e valori e da cui ci si sente sostenuti emotivamente.

Fare parte di un gruppo rafforza la propria autostima, ci si sente più forti perché non soli, il gruppo conferisce un’identità e senso di appartenenza ai suoi membri.

Accanto ai vantaggi dell’appartenere ad un gruppo, si possono intravedere degli aspetti negativi: protetti dal gruppo ci si sente forti e si possono commettere azioni sconsiderate, dettate da sensazioni di onnipotenza, o si possono assumere comportamenti contrari ai propri principi per la paura di contraddire il gruppo e restare soli (eccezioni più che regole).

PGI.

 

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